Il saturimetro, noto anche come pulsossimetro o ossimetro, è un dispositivo che consente di verificare il livello di saturazione dell’ossigeno nel sangue, l’eventuale stato di ipossia, l’intensità delle pulsazioni e parallelamente la frequenza cardiaca. Con saturazione di ossigeno ci si riferisce alla quantità di emoglobina satura presente nel sangue rispetto alla quantità totale. La misurazione di questo parametro è un metodo non invasivo e indolore, adatto per ogni tipo di paziente, dai neonati agli anziani. Grazie alla semplicità di utilizzo del saturimetro, è possibile procedere facilmente con la rilevazione anche da casa. Nonostante la nascita del saturimetro risalga ai primi anni del secolo scorso, lo sviluppo tecnologico del dispositivo ha permesso di avere a portata di mano uno strumento di dimensioni ridotte e facilmente trasportabile in grado di rilevare il livello di funzionalità respiratoria di una persona in qualsiasi posto ed ad un costo ridotto.

Come è fatto il saturimetro?

Il saturimetro è composto da una sonda, che ha il compito di effettuare le rilevazioni, e da due sensori che generano raggi luminosi con lunghezza d’onda differenti. La sonda è una pinza che può essere posizionata sull’ultima falange del dito oppure sul lobo dell’orecchio.
Essendo collegata ad un apposito monitor, è in grado di restituire i risultati della rilevazione, i quali possono essere registrati e depositati in una memoria portatile tramite porta USB o infrarossi. Gli altri elementi che compongono il saturimetro, cioè i sensori, sono due diodi che grazie ad una fotocellula comunicano con la sonda, emettendo radiazioni luminose la cui lunghezza d’onda varia dalla luce rossa a quella infrarossa.

A cosa serve il saturimetro: il livello di funzionalità respiratoria

Il saturimetro serve per valutare il livello di funzionalità respiratoria che è uno dei segni vitali più importanti da monitorare, insieme a temperatura corporea, pressione sanguigna e frequenza cardiaca, per avere il controllo della propria salute. Questo strumento può essere utilizzato in diverse circostanze, ad esempio per individuare velocemente le disfunzioni respiratorie, il grado di saturazione dell’ossigeno nel sangue e la frequenza cardiaca.
In altri casi il saturimetro serve per un costante monitoraggio dei soggetti affetti da malattie delle vie respiratorie, controllando il livello di emoglobina nei pazienti che soffrono di apnee notturne, nei fumatori e nei soggetti esposti a inquinamento ambientale o sul luogo di lavoro. Tuttavia, è utile anche per coloro che, in buona salute, vogliono comunque tenere sotto controllo tali parametri.

Come funziona il saturimetro da dito?

L’utilizzo del saturimetro da dito è davvero semplice: è sufficiente appoggiare il dito all’interno dell’apposita apertura del dispositivo e premere le due estremità; successivamente per azionare il saturimetro da dito sarà necessario schiacciare il pulsante di avvio per dare inizio alla rilevazione. Bisogna ricordarsi, però, che prima della misurazione, è importante procedere con un’accurata igiene delle mani affinché la temperatura del dito aumenti evitando un rallentamento del flusso del sangue e quindi rilevazioni errate. In particolare, per gli utenti di sesso femminile, si consiglia la rimozione dello smalto dalle unghie, in quanto potrebbe alterare il funzionamento del saturimetro da dito e i risultati. Un ulteriore accorgimento riguarda la scelta del luogo di esecuzione che dovrà essere non troppo luminoso e al riparo da luci a infrarossi.

Saturazione dell’ossigeno: quali sono i valori normali?

In condizioni di buona salute, i valori normali della saturazione di ossigeno dovrebbero essere superiori al 95%. Nello specifico, i valori ottimali sono quelli compresi tra il 97-98%. Essi potrebbero scendere sotto al 95% nel caso in cui, a seguito di intervento chirurgico o in presenza di specifiche malattie, i globuli rossi non siano in grado di trasferire l’ossigeno. Quindi si rende necessario un tempestivo intervento laddove vengano riscontrati valori dell’ossigeno nel sangue inferiori al 90% e un conseguente stato di ipossiemia che, con un parametro inferiore all’85%, viene considerato grave. Tale situazione potrebbe verificarsi in presenza di patologie quali fibrosi polmonare, polmonite, anemia ed enfisema. Al contrario, un valore pari al 100% in assenza di somministrazione artificiale di ossigeno, viene considerato un indice di iperventilazione.

Vantaggi, svantaggi e limiti d’uso

Tra i vantaggi dei misuratori di ossigeno nel sangue vi sono sicuramente la semplicità d’uso, la possibilità di utilizzare il dispositivo anche tra le mura domestiche da persone non specializzate, la rapidità d’azione in quanto restituisce valori immediati e l’esecuzione indolore delle rilevazioni. La poca invasività del saturimetro permette di rilevare il livello di saturazione nel sangue senza dover penetrare la cute. Per contro, necessita di condizioni ideali, che se non vengono garantite, restituiscono una valutazione errata.

Vediamo insieme le condizioni che possono ostacolare l’analisi:

  • stato di agitazione e movimento del soggetto, che influenza lo strumento nella rilevazione delle onde generate;
  • smalto sulle unghie, poiché scherma le lunghezze d’onda originate dalla sonda;
  • vasocostrizione, che si verifica quando il flusso sanguigno non fluisce correttamente e rende difficoltosa la lettura;
  • intossicazione da gas o ambientale, in quanto il saturimetro identifica solo l’emoglobina e non i gas. Infatti, in presenza di intossicazione il lettore non riesce ad individuare l’ossigeno e quindi i valori risultano falsati;
  • ipotermia, poiché se il paziente ha una temperatura corporea al di sotto dei 35°C, si ha un valore distorto;
  • ipotensione, poiché se il soggetto ne soffre, la lettura risulta inaffidabile.

Pertanto, quando si procede con la rilevazione della saturazione dell’ossigeno nel sangue è buona cosa ricordare di questi accorgimenti al fine di assicurare una corretta misurazione.

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