Legame tra pressione alta e diabete

Diabete e ipertensione sono due fra le malattie croniche più diffuse nel nostro paese: secondo l’Osservatorio Malattie Rare, infatti, oltre il 17% degli italiani soffre di pressione alta e più del 5% di diabete, due patologie da tenere accuratamente sotto controllo per la loro pericolosità. È stato inoltre evidenziato come diabete e pressione alta siano strettamente collegati, al punto che la comunità scientifica tende a considerarli come due facce della stessa medaglia.

 

Cos’è il diabete

Il diabete è una malattia metabolica, causata, cioè, da un’anomalia delle reazioni biochimiche con cui le cellule dell’organismo scompongono e assimilano sostanze quali lipidi, proteine e carboidrati. Il manifestarsi del diabete è correlato all’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas che ha il compito di regolare i livelli di glucosio nel sangue e, quindi, il suo impiego da parte delle cellule. Tale alterazione porta ad una condizione di iperglicemia, ovvero alla presenza nel sangue di livelli di glucosio troppo elevati: se non curata, essa può avere come conseguenza l’insorgere di malattie cardiovascolari, lesioni al sistema nervoso centrale o insufficienza renale.

Ad oggi, sono state identificate tre diverse tipologie di diabete: quello di tipo 1, quello di tipo 2 e quello gestazionale, che hanno caratteristiche e fattori scatenanti differenti. Il primo si manifesta generalmente negli infanti e negli adolescenti, anche se non mancano casi di insorgenza in età adulta; il diabete di tipo 2, invece, appare più spesso in soggetti adulti o anziani; il diabete gestazionale, infine, compare nel 7-8% delle donne in stato di gravidanza.

 

Cosa causa il diabete

Vediamo, nel dettaglio, quali possono essere le cause del diabete:

  • Il diabete di tipo 1, caratterizzato dalla mancanza o dalla grave carenza di insulina, è dovuto ad un malfunzionamento delle cellule pancreatiche, che non secernono correttamente tale ormone. Si tratta di una patologia autoimmune che, quindi, non ha basi genetiche così come non dipende dalle abitudini alimentari del soggetto, né dallo stile di vita.
  • Il diabete di tipo 2, invece, è comunemente dovuto a fattori genetici – anche se non è una malattia sempre ereditaria – fattori ai quali spesso si sommano variabili come il sovrappeso e l’obesità, la sedentarietà, una cattiva alimentazione: una serie di cattive abitudini che implicano ipertensione, ipercolesterolemia e alti livelli di trigliceridi. Diversamente da quanto accade in chi è affetto da diabete di tipo 1, nel tipo 2 ad essere determinante non è la carenza di insulina, ma la resistenza insulinica, cioè l’incapacità delle cellule di utilizzare l’insulina a loro disposizione. Ciò è dovuto ad un numero ridotto ,all’interno dell’organismo, dei recettori di questo ormone: il glucosio, in conclusione, invece di entrare nelle cellule per nutrirle, resta all’esterno e si accumula nel sangue.
  • Il diabete gestazionale, infine, è un disturbo di tipo metabolico dovuto ad una scarsa tolleranza al glucosio, a sua volta scatenata dalle alterazioni ormonali collegate alla gestazione. Queste, infatti, possono determinare una resistenza del soggetto all’insulina. Tra i fattori di rischio del diabete gestazionale, vi sono il sovrappeso, l’obesità e la presenza in famiglia di casi di diabete di tipo 2.

 

Cos’è l’ipertensione

In stretto legame con il diabete, vi è l’alta pressione arteriosa. Per comprendere il legame tra queste due malattie, occorre definire che cosa sia, appunto, l’ipertensione. In linea di massima, si ritiene che nei soggetti adulti i valori ideali per la pressione sanguigna siano compresi fra i 115-130 mmHg per la massima (pressione sistolica) e i 75-85 per la minima (pressione diastolica). Nel caso in cui essi si discostassero leggermente in eccesso, ciò non indicherebbe necessariamente la presenza di ipertensione, ma semplicemente la necessità di tenere tali valori sotto controllo. Al contrario, nel caso in cui ci si assestasse costantemente oltre ai 140 mmHg per la massima e oltre ai 90 per la minima, allora si potrebbe parlare di ipertensione. Qualora tali valori dovessero poi risultare molto più elevati, sicuramente si determinerebbe una situazione di potenziale rischio cardiaco.

Perché questo? Perché se si soffre di ipertensione, il cuore deve esercitare una contrazione e una spinta molto forti per far arrivare il sangue in tutte le parti dell’organismo: ciò può portare a danni anche molto seri ai vasi sanguigni, al cervello, al cuore e ai reni. Il rischio cardiovascolare ha un’incidenza molto alta fra i soggetti che soffrono di ipertensione: pertanto, è importante controllare regolarmente i valori pressori e adottare le terapie e uno stile di vita volti a contrastare questa patologia.

 

Cosa causa l’ipertensione

Vediamo, ora, quali sono le più comuni cause di ipertensione. Innanzitutto, occorre anticipare che nella stragrande maggioranza dei casi non è possibile individuare una causa univoca a tale disturbo: si tratta invece, molto più spesso, della convivenza di molteplici fattori di rischio che possono produrre tale effetto. Tra questi, si possono evidenziare il fumo di sigaretta, l’eccessivo consumo di alcolici, il sovrappeso e l’obesità, la sedentarietà, l’ansia, lo stress e altre alterazioni dello stato psicofisico, l’ipercolesterolemia, il diabete, la familiarità con l’ipertensione e l’utilizzo di alcuni farmaci, ad esempio la pillola anticoncezionale. In misura meno frequente – circa nel 5% dei casi – possono essere alcune condizioni cliniche a determinare la tendenza all’ipertensione, ad esempio patologie renali o congenite, disturbi ormonali o presenza di ostruzioni nelle arterie renali.

 

 

In che modo l’ipertensione influisce sul diabete

Come affermato all’inizio, esiste un forte legame tra diabete e pressione arteriosa: recenti studi scientifici hanno evidenziato che circa il 60% delle persone diabetiche è affetto da ipertensione. La correlazione è talmente nota alla comunità scientifica che ai diabetici si suggerisce di controllare regolarmente i valori della pressione arteriosa e, viceversa, agli ipertesi di eseguire tutti gli esami atti ad escludere la presenza di patologie diabetiche.

Nei soggetti con diabete di tipo 1, quasi sempre la pressione alta compare dopo l’insorgere della nefropatia diabetica, che compromette le funzionalità renali di circa il 30-40% dei soggetti malati di diabete da molti anni. In questi individui, l’ipertensione può essere considerata un effetto del diabete, ma allo stesso tempo ne accelera l’evoluzione in una sorta di circolo vizioso. Nei malati di diabete di tipo 2, invece, spesso l’ipertensione si manifesta ancor prima della diagnosi di diabete come conseguenza della resistenza insulinica.

Nelle persone con diabete, sono ritenuti accettabili valori della pressione arteriosa inferiori a 130 mmHg per la massima e a 80 mmHg per la minima.

 

Come controllare la pressione arteriosa

Alla luce di quanto riportato, ribadiamo, dunque, l’importanza per i soggetti diabetici di effettuare con frequenza e regolarità la misurazione della pressione sanguigna; questo può essere fatto anche a casa, privatamente, con appositi dispositivi elettronici che al giorno d’oggi riescono a fornire dati estremamente precisi. Come misurare la pressione a casa? Occorre rispettare alcuni semplici accorgimenti: mantenere il braccio all’altezza del cuore durante la rilevazione, per esempio sedendosi e tenendolo appoggiato ad un tavolo; effettuare la misurazione quando si è in stato di quiete e senza indossare abiti stretti lungo le braccia. Qualsiasi momento della giornata è adatto per misurare la pressione, a patto che si osservino i suggerimenti appena elencati.

I misuratori di pressione di Medel rendono questa operazione semplice ed immediata grazie all’elevata affidabilità della loro tecnologia e alla dotazione di display ampi e di facile lettura, alcuni con retro-illuminazione per la visione notturna.

 

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